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INTERVISTA A CARLONI E FRANCESCHETTI
Luca Scarlini


LS   L’occhio di sinistra del Voyage è una proiezione di fantasmi, segue il ritmo della prosa di Céline e si misura con esso, come si è sviluppato il lavoro?

C-F   Il lavoro è nato dalla lettura del libro di Céline, ripercorrendone il viaggio circolare e miserabile. La proiezione è suddivisa in sei parti, ognuna delle quali segue un ritmo musicale prestabilito e interpreta il soggetto nella forma del ciclo di animazione.
La ripetizione serve a favorire la visione stereoscopica dello spettacolo ma anche a raggiungere uno stato di contemplazione che si rivolge direttamente all’inconscio. Nei nostri video è spesso presente l’idea di ritorno alle origini del cinema, alla sua infanzia come periodo di forte sperimentazione e meraviglia. La magia della messa in movimento e soprattutto lo stupore derivante dalla possibilità di registrare una realtà immediata (non mediata) non ancora codificata. Le prime figure del cinema muto che si rivolgono a noi, dietro il velo del tempo che ci nega l’ascolto, sono estremamente commoventi. Il nostro occhio è la speculazione di una lente che vaga alla ricerca di similitudini tra l’infinito e il particolare, un paesaggio che diviene volto e ci guarda mentre è visto. Un voyage quindi, ma anche un voyeur.

LS   Le Spettrografie realizzate per l’edizione della Tragedia Endogonidia di Bergen si basavano sull’idea di un magma fluido, da cui emergevano presenze improvvise, epifaniche (come la testa del caprone), in una prospettiva di rappresentazione simmetrica, volete parlare della realizzazione?

C-F   Ci sembra interessante considerare la simmetria come apparente contrapposizione di forze identiche che generano e distruggono i propri fantasmi. La rivelazione perpetua e melanconica di eventi che negano la storia. La visione di una prospettiva abissale attraverso una vertigine di immagini ipnagogiche. Le macchie in movimento interrogano l’ignoto come una preghiera o piuttosto un esorcismo contro una minaccia. La sensazione del pericolo muta inevitabilmente la consapevolezza della visione ed educa lo sguardo.

LS   Il “diario dell’occhio” della Tragedia Endogonidia segue il farsi degli spettacoli nelle varie tappe europee, quale è il percorso che si è determinato nella relazione con le immagini? C’è una linea generale che porta all’inclusione di tutti i momenti salienti degli spettacoli o una scelta tematica d’altro tipo?

C-F   Durante le riprese si accumula una materia composta di suoni e visioni che si trasforma istantaneamente, le dimensioni spaziali e temporali non coincidono, i simboli e le azioni subiscono nuove combinazioni. Nella fase del montaggio occorre molta attenzione per ricreare le tensioni originarie tra le figure evitando le cesure del riassunto, verificandone il respiro. Il Ciclo filmico della Tragedia Endogonidia è la condensazione di un alito su uno specchio.

LS   Dalle immagini in scena (Voyage) alle immagini dalla scena (Genesi, Tragedia, etc.): affinità e divergenze dello sguardo.

C-F   Le immagini che utilizziamo sono ottenute con varie tecniche e procedimenti, ogni tipo di scena inoltre richiede sempre una soluzione diversa. In entrambe le questioni che ci poni, il problema della visione è lo stesso, è sempre ad un livello elementare, la tensione di una trappola, la faticosa costruzione di un buco.
Si tratta di lasciare intravedere il più possibile attraverso una costrizione, una condizione in cui lo sguardo riesce a definire le cose approssimandosi a esse secondo un processo di negazione, nel quale cioè le immagini vengono alleggerite da ciò che non devono sembrare.

Dal catalogo: Expanded theatre, Riccione TTV 2004


 
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INTERVIEW TO CARLONI AND FRANCESCHETTI
Luca Scarlini


LS   The left eye of the Voyage is a projection of ghosts, it follows the rhythm of Céline’s prose and it measures itself with it. What was the origin of the work?

C-F   The work was conceived after reading Céline’s book. It follows its circular and miserable travel. The projection is divided into six parts, each one following a pre-set musical rhythm and interpreting the subject in the form of the animation cycle.
The repetition enhances the stereoscopic vision of the show but it also reaches a state of contemplation which is a direct link to the subconscious. Our videos often include the idea of return to the origins of cinema, to its childhood as a period of great experimentation and wonder. The magic of movement and, in particular, the astonishment deriving from the possibility to record an immediate (non-mediated) reality which is not codified yet. The first characters of silent films, which address us from behind the curtain of time that denies listening, are extremely moving. Our eye is the speculation of a lens that wanders looking for similes between infinite and particular, a landscape that becomes a face and looks at us while we look at it. A voyage, then, but a voyeur as well.

LS   The Spectrographies created for the Bergen edition of the Tragedia Endogonidia were based on the concept of a fluid magma, from which sudden, epiphanic (like the head of a goat) presences emerged in a perspective of a symmetric representation. Could you explain its realization?

C-F   We find it interesting to consider symmetry like the apparent contraposition of identical forces that generate and destroy their own ghosts. The perpetual and melancholic revelation of events that deny history. The vision of an abyssal perspective through a vertigo of hypnagogic images. The moving spots question the unknown like a prayer or, rather, an exorcism against a menace. The feeling of danger inevitably modifies the awareness of vision and educates the eye.

LS   The “diario dell’occhio” of the Tragedia Endogonidia follows the shows during the different European stages. What path was traced in the relation with images? Is there a main line that includes all of the outstanding moments of the shows, or another kind of thematic choice?

C-F   During the shooting there is the accumulation of a substance made up of sounds and visions, which is immediately transformed. The dimensions of space and time do not coincide, symbols and actions face new combinations. While editing it is necessary to pay much attention in recreating the initial tensions among the images, avoiding the cuts of the summary, ensuring its comprehensiveness. The Ciclo filmico della Tragedia Endogonidia is the condensation of a breath over a mirror.

LS   From the images on the scene (Voyage) to the images from the scene (Genesi, Tragedia, etc.): similarities and differences of sight.

C-F   The images that we use are obtained using various techniques and proceedings. Moreover, every kind of scene always requires a different solution. In both the issues that you are referring to, the problem of vision is the same, it is always at an elementary level, the tension of a trap, the painful building of a hole.
It is all about showing just the most possible elements through a constriction, a condition in which the eye can define things by getting near to them. This is reached through to a process of denial, in which the images are relieved of what they should not be like.

From the Catalogue: Expanded theatre, Riccione TTV 2004

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